domenica 14 luglio 2013

Belfast, dove un incrocio stradale può diventare un simbolo di lotta


Riportiamo un articolo di Fabio Polese, uscito Venerdì 12 luglio giornata simbolo per i protestanti in Irlanda del Nord, le provocazioni delle marce orangiste, i bonfire notturni, le parate settarie, la disoccupazione, per saperne di più in questa terra martoriata nel cuore d'Europa.


da repubblica.it

Continua ad essere alta la tensione nell'Irlanda del Nord. Il periodo delle manifestazioni dei protestanti culmina oggi, 12 luglio, con la marcia che celebra la vittoria, nel 1690, di Guglielmo III con le forze del re cattolico Giacomo II. I muri di gomma innalzati per una pacificazione di facciata voluta dai politici con gli accordi del '98


ROMA - La tensione è alta nelle "Sei Contee" dell'Irlanda del Nord. La stagione delle marce protestanti culmina oggi, 12 luglio, con la marcia che celebra la vittoria di Guglielmo III d'Orange contro le forze del re cattolico Giacomo II° nella battaglia di Boyne del 1690. Non è solo un incrocio, quello che separa Twaddel Avenue da Crumlin Road, in una Belfast quanto mai divisa in questi giorni. Tra queste due strade finisce la via lealista e inizia il quartiere nazionalista irlandese dell'Ardoyne. In pochi metri finiscono i murales identitari britannici e iniziano quelli irlandesi, ed è proprio in questo incrocio che oggi passerà la parata del "Twelfth" che negli ultimi anni ha portato scontri con molotov, feriti ed arresti.

Bruciate bandiere irlandesi e simboli religiosi. La parata del "Twelfth" viene anticipata dal "Bonfire night" durante la quale i protestanti accendono centinaia di falò per ricordare i fuochi che illuminavano la navigazione notturna delle truppe di Guglielmo d'Orange nel 1690. Enormi piramidi di bancali di legno e ruote di camion vengono allestiti con i simboli repubblicani e cattolici in tutte le città dell'Irlanda del Nord. Appena cala la notte, vengono accesi creando enormi palle di fuoco. Quest'anno un'immagine pubblicata su "Twitter", in cui si vede distintamente una statua della Madonna - poi ufficialmente rimossa - posta sul bonfire pronto ad essere acceso in Lanark Way nella parte ovest di Belfast, ha suscitato l'indignazione dei cattolici repubblicani. 

I bambini in prima fila. Da una parte i supporter inglesi, con i bambini in testa ai cortei, mentre reggono stendardi e bandiere, celebrano la vittoria e la superiorità della propria comunità sulla minoranza irlandese. Dall'altra, i giovani repubblicani incappucciati innalzano barricate per protestare contro le provocazioni lealiste che ogni anno passano nella loro zona. Nel dicembre scorso, durante le lunghe violenze britanniche per la "fleg protest", dopo che il Consiglio comunale di Belfast ha deciso che la bandiera britannica può sventolare sul pennone del municipio soltanto in alcune occasioni prestabilite durante l'anno, il capo delle forze dell'ordine, Matt Baggott, ha lanciato l'allarme: "Agli scontri con la polizia hanno partecipato anche bambini di 10 e 11 anni". 

I più grandi dettano i comandi su come muoversi. "Sono profondamente preoccupata. Persone irresponsabili stanno mettendo a rischio minori che non dovrebbero essere coinvolti in questioni simili". A denunciarlo è Patricia Lewsley-Mooney, commissario all'infanzia dell'Irlanda del Nord. Molto spesso, infatti, durante le manifestazioni e gli scontri, i più grandi, defilati nelle vie laterali, dettano i comandi sul da farsi. "Cos'ì facendo", continua il commissario all'infanzia, "i bambini rischiano di rovinare il proprio futuro".

La disoccupazione giovanile. L'aggravante della disoccupazione giovanile, in crescita giorno dopo giorno, rende il clima ancora più teso e il futuro molto incerto. Secondo l'Istituto di ricerca economica Nevinin uno studio pubblicato lo scorso aprile, i tassi di disoccupazione giovanile in Irlanda del Nord sono aumentati fino ad arrivare al 23,8 per cento. Sempre secondo lo stesso rapporto, le richieste di sussidio al governo dall'inizio della crisi economica sono aumentate del 250 per cento.


Il futuro incerto. In molti si illudevano che gli accordi del venerdì santo del 10 aprile del 1998, portassero alla fine dei disordini, i famosi troubles, e quindi a normalizzare la situazione. Da lontano, per chi non ha vissuto oltre 30 anni di guerra intestina tra occupanti e occupati, la tensione e gli scontri che potrebbero accadere anche oggi sono inspiegabili. In realtà, in Irlanda del Nord, terra martoriata nel cuore d'Europa, un semplice incrocio stradale può diventare rapidamente un simbolo di lotta, che fa cadere i muri di gomma innalzati da una pacificazione di facciata voluta dai politici, ma non da gran parte della popolazione.